Ascensione del Signore, 08.05.2016
Riceverete lo Spirito Santo e di Me Sarete Testimoni
Ascende il Signore tra canti di gioia. Noi, cantori di gioia
e di speranza, con i piedi a terra e con gli occhi rivolti
al cielo, siamo chiamati, formati, inviati e mandati a
trasfigurare la ‘terra’, secondo il volere di Dio, e a
innalzare la nostra Umanità, sin d’ora, ‘accanto a Lui nella
gloria del Padre e comunione del Suo Spirito’. La ‘terra’,
però, non deve diventare per noi ‘sala di attesa’ per un
futuro cielo, ma inizio, già nel presente, della vita
eterna. Finisce, ora, per noi il tempo di stare a guardare
il cielo inoperosamente e comincia il tempo della nostra
missione, quella che il Risorto, donandoci lo Spirito, ci
affida e ci consegna: portare ed annunciare il Vangelo della
salvezza percorrendo le strade del mondo, fino ai confini
della terra. ‘Andate’! Gesù ci fai uscire dal
rifugio blindato ed avvitato su noi stessi, e ci spingi ad
affrontare con coraggio e fiducia pericoli, incomprensioni,
persecuzioni e beffe: ci metti, davvero in mare aperto con
burrasche e venti contrari!
Io torno al Padre,
ma verrò di nuovo, voi di Me siate testimoni ed andate e
fate Miei discepoli tutti i popoli. Con l'Ascensione
l'accesso al Padre è aperto a tutti ed è possibile a tutti
coloro che credono in Lui e aderiscono al Suo comandamento
d'amore (seconda Lettura).
Cristo sale al cielo
per noi: Egli ha completato fino in fondo la Sua
missione di salvezza, ma non ci lascia soli. Egli ha fatto
tutto! A noi l’adesione a quel poco che ci viene
richiesto: permetterGli, cioè, di poter compiere in noi la
Sua salvezza! Il Mistero dell’Ascensione, dunque, inaugura
la nuova presenza di Gesù. Non è una dipartita, un’assenza o
un allontanamento di Gesù dai Suoi, ma è il modo nuovo di
essere presente: “il nostro Dio, Gesù Cristo, ora, che è
tornato al Padre, si manifesta di più” (S. Ignazio
d’Antiochia).
Oggi, nostro Signore Gesù Cristo è
asceso al cielo. Con Lui salga pure il nostro cuore.
Cristo, in realtà, pur trovandosi lassù, resta ancora con
noi. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e
nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al
cielo. Infatti, Egli stesso dà testimonianza di trovarsi
lassù mentre era qui in terra: nessuno è mai salito al cielo
fuorché Colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo,
che è in cielo (Gv 3, 13). Questa affermazione fu
pronunciata per sottolineare l'unità tra Lui, nostro Capo, e
noi, Suo corpo. Egli è il Figlio dell'Uomo per noi, e noi
siamo figli di Dio per Lui. Perciò Egli è disceso dal cielo
per la Sua misericordia e noi unicamente per grazia siamo
saliti in Lui. Questo non perché la dignità del Capo sia
confusa nel corpo, ma perché l'unità del corpo non sia
separata dal Capo (S. Agostino Disc. sull'Ascensione del
Signore). Il Risorto, che ascende al Padre, non ci
lascia soli e non ci abbandona, ci promette e ci dona lo
Spirito che ci proietta e guida verso il futuro,
costringendoci, nel frattempo, a non fermarci a ‘guardare il
cielo’, ma a vivere la nostra missione
qui in terra, quella
di essere testimoni del Risorto che ascende al cielo
affidandoci la ‘terra’ nell’attesa della Sua venuta! “Il
Signore Gesù, Re della gloria, Vincitore del peccato e della
morte, oggi, è salito al cielo tra il coro
festoso degli Angeli. Mediatore tra Dio e gli uomini,
Giudice del mondo e Signore dell’universo, non si è separato
dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella
dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è Lui,
Capo e Primogenito, saremo anche noi, Sue membra, uniti
nella stessa gloria” (Prefazio proprio).
"In alto i nostri
cuori! Sono rivolti al Signore!"
Ultimo aggiornamento: 05/05/2016 -
19:00