10a Domenica Ordinaria, 05.06.2016

Dico a te, svegliati!
Dio è il Signore e Datore della vita e Gesù il Salvatore che ricrea vita. Dio Creatore di vita: ridona vita ai due figli morti e nuovo futuro alle due donne vedove che non erano più madri. Dio agisce per ricreare vita nel presente e nel futuro. Con i segni di vita ridonata (Vangelo e prima Lettura) la Parola di Dio apre a noi nuovi orizzonti di speranza e di fiducia! Egli, infatti, guida la nostra esistenza con il Suo cuore paterno e materno, cioè, misericordioso. Non siamo in balia del caos e del nulla! Siamo nelle Sue mani e nessuno ci strapperà da Lui, neanche la morte! Questo Vangelo, Noi accogliamo e annunciamo, seguiamo e testimoniamo, non secondo gli uomini, ma secondo Dio (Seconda lettura).

Gesù vede e prova compassione
, incontra la morte e ridona la vita (Vangelo), ferma Paolo sulla via dell’odio cieco e distruttivo e, da strumento di persecuzione e di morte lo trasforma in Apostolo del Suo Vangelo di Misericordia, di conversione, di salvezza, di vita e della Sua risurrezione. Gesù non si commuove profondamente per il figlio morto, ma per la donna, che ha perso la sua identità di moglie e, ora, anche di madre! È sola e senza futuro! Non gli chiede nulla! È il suo dolore e la sua solitudine a parlare al cuore del Figlio dell’uomo! Il Suo sommovimento delle viscere (rahem), la Sua commozione, nasce, proprio, dalle ‘viscere’, sede, secondo la cultura antica, di passioni istintive che prendono e agitano profondamente l’uomo (ira, furore, angoscia, dolore, passioni amorose!). Non si tratta, dunque, di una semplice e passeggera ‘commozione’, ma esprime ‘pietas’, amore, comprensione, rispetto che culminano nella Misericordia infinita di Dio Padre (Lc 10,25-37: il buon samaritano, e 15,11-32 il Padre misericordioso). Misericordia vuol dire massima cura e sensibilità, delicatezza e tenerezza, empatia e con - patimento, solidarietà attiva e partecipativa che spinge a risolvere e rimuovere la causa dell’infelicità e schiavitù! Dio continua a ‘visitare’, tutti i giorni il Suo popolo, affamato, disorientato, giacente sotto la schiavitù del proprio peccato, nella grazia del Suo Vangelo, nel dono del Suo Pane, nella bellezza e dolcezza della Sua eterna compassione che si chiama Misericordia. Il Suo Cuore resta sempre dalla parte dei Suoi Miseri!
Nain è, oggi, la nostra città, dove entrandovi, incontriamo come Gesù, la morte, il dolore più grande del mondo, il tunnel nero che risucchia e inghiotte la vita di quanti restano: Madri, Padri, Nonni, Fratelli, Sorelle, Familiari. Senza Gesù, che vuole entrare nella nostra disperazione, si avvicina alla nostra bara, vede, tocca, ferma il corteo funebre e grida e comanda ‘Svegliati, esci dalla morte, alzati e torna tra le braccia di tua madre, non sapremmo cosa dire, cosa fare e dove andare. Chi, dunque, ci libererà dai molteplici germi di morte che ci minacciano sempre più da vicino? Chi potrà mai svegliarci e farci rialzare dalla morte da violenza gratuita e da amori malati (femminicidio), dalla morte mercificata (droga, guerre) e legalizzata (aborto e pena di morte)? Solo Cristo Gesù, Volto splendido della Misericordia del Padre e Sua Parola vivente, che ‘stese le braccia sulla croce e morendo ha distrutto la morte e proclamò la Risurrezione’ (Preghiera Eucaristica II).
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Ultimo aggiornamento: 02/06/2016 - 18:57