6a Domenica di Pasqua, 01.05.2016

Chi Mi ama, osserverà la mia Parola
e il Padre Mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Se uno Mi ama, osserverà la Mia Parola (v 24).
Chi non Mi ama, non osserva le Mie parole!
Domenica scorsa, la verifica del nostro amore vicendevole, era posta nella precisazione conclusiva del Maestro: ‘da questo tutti sapranno che siete Miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri’ (v 35); oggi, l’amore verso la Sua persona ha un punto di riferimento chiaro ed inequivocabile: l’ascolto e l’obbedienza della Sua Parola, bella perché esigente, efficace perché guarisce e converte, efficiente, anche se scomoda, perché vuole liberare, piena di misericordia, ma senza alcun compromesso, adattamento e accomodamento! Quest’amore alla Sua Parola, che si traduce in obbedienza fedele e costante, ci apre all’amore del Padre, che con il Figlio prende dimora presso ciascuno di noi, facendoci divenire ed essere, nel Suo Spirito, una cosa sola con Loro e tra di noi! È per mezzo di questo ascolto, lo Spirito promesso, condurrà ciascuno di noi ad attualizzare la Parola di Verità e di Vita nelle nostre vicende quotidiane e dentro la nostra opaca ed incerta storia, liberandoci da ogni paura e turbamento e infondendoci il coraggio e la grazia per accogliere e custodire il dono della Pace e della comunione tra di noi, nell’intima unione con il Padre e il Figlio e nello Spirito Santo.  
Il Primo Concilio
di Gerusalemme c’indica e c’insegna il metodo e lo stile per risolvere e superare i conflitti inevitabili nella Comunità: dai conflitti si esce, se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che ci aiuta a fare discernimento per maturare ispirate conclusioni e scelte giuste, secondo lo Spirito e non secondo noi stessi. La Decisione conclusiva, che non si riconosce nelle opinioni di coloro che hanno turbato la pace e la comunione della Chiesa di Antiochia, è stata presa ‘insieme’, di comune accordo, perché raggiunta sotto la guida imprescindibile dello Spirito Santo: Lo Spirito Santo e Noi abbiamo deciso’ (v 28)! Non si tratta di una ricetta semplicistica e magica per la soluzione dei conflitti ecclesiali, ma la conclusione teologica che indica nello Spirito Santo la Guida unica e il Protagonista primario, anche se è richiesta ed è indispensabile e necessaria la nostra collaborazione attraverso la fatica della mediazione, lo sforzo dell’intelligenza e la passione per la comunione e l’unità. È il metodo autenticamente ecclesiale: camminare nella carità e nella verità, ascoltando gli altri e accogliendo le loro sofferenze e differenze, facendo retto discernimento, sotto lo sguardo del Signore e l’impulso dello Spirito Santo. Assieme al Decreto Normativo, viene posto un divieto obbligatorio, e non solo consigliato, ad astenersi dalla ‘sozzura degli idoli’, espresso da quattro proibizioni: astensione ‘dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia’ (v 29).
Il dono della Pace
. Gesù è la sorgente e culmine della vera Pace e la promette a coloro che osservano la Sua Parola e compiono la Volontà del Padre. Nel fare la Volontà di Dio è tutta la Mia Pace! Se uno Mi ama, osserverà la Mia Parola e il Padre Mio lo amerà. La Comunità, che resta fedele al suo Maestro e Lo amerà, ascoltando e obbedendo la Sua Parola, da nulla mai potrà essere turbata e nessuno la spaventerà, vivrà l’agape nella sua completezza e conserverà la pace nel cuore, nonostante le persecuzioni e le tribolazioni, che le vengono dall’esterno, o le tentazioni di disgregazione al suo interno, che saranno superate sempre dallo Spirito Santo, fonte di Verità e sorgente di Comunione. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore: vado e tornerò da voi! Il Suo ritorno al Padre non corrisponde all’abbandono dei Suoi discepoli e non causa destabilizzazione o confusione nei Suoi, ma determina una condizione di gioia permanente, procurata dalle Sue parole, dal dono della Sua Pace e dalla promessa dello Spirito Santo, Fonte di unità e di concordia per i Suoi che, perciò, non sono stati lasciati orfani!
La nuova ‘Città santa
, la 'Gerusalemme celeste' risplende della Gloria di Dio e della lampada dell’Agnello. È cinta da grandi ed alte mura, ma aperta da tutti i suoi lati e pronta ad accogliere tutti. È senza più tempio, perché Dio stesso è la Dimora dell’uomo e l’uomo la dimora di Dio. È la Città dell’Agape, della Pace e della Comunione. Non è solo l'immagine della Chiesa, ma dichiara il destino e la meta di tutta l’Umanità che solo in Cristo trova la sua luce, la sua pace, la sua unità e la salvezza! Noi, Chiesa di oggi, siamo immagine e figura della Città santa che scende dal cielo, da Dio? È fondata sulla Pietra-Roccia che è Cristo, Basamento fondamentale su cui poggiano i ‘dodici basamenti dei dodici apostoli’? Le sue mura sono state erette per accogliere tutti o per respingere alcuni? Le sue porte sono sempre aperte a tutti e in modo particolare ai segnati della vita e a coloro che sono stati condannati a vivere ai margini delle periferie dell’esistenza umana e spirituale? Si lascia illuminare e Vive per la Gloria di Dio e per il servizio e il bene di tutti? La sua lampada è davvero e solo l’Agnello? È lo Spirito Santo che la guida o gli interessi mondani e i privilegi e le mire carnali? Abbiamo piena e reale consapevolezza di essere un popolo di peccatori, in cammino verso la Salvezza eterna, e che siamo tutti bisognosi di Misericordia e Conversione? E nonostante che siamo peccatori, siamo Popolo di Dio voluto e creato quale strumento Suo per la salvezza di tutti gli uomini? Desideriamo tutti e ci impegniamo tutti a voler pregustare, nel nostro cammino e nel nostro tempo, e a voler far parte, già, sin d’ora, della nuova Gerusalemme, la Città Santa, dalle solide fondamenta e dalle porte aperte a tutti, e senza un tempio, perché Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello, sono il suo Tempio?

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Ultimo aggiornamento: 28/04/2016 - 20:00