Santa Famiglia, 27.12.2015

Come divenire ed essere famiglia di Dio
Nella contemplazione della Famiglia di Gesù, al Mistero del Figlio! Una donna sterile, Anna, implora un figlio e, divenuta, finalmente, madre, scopre di ‘non possederlo’, ma di averlo ricevuto in dono e, quindi, ne deve fare dono (prima Lettura). La fonte e il culmine di tale dono è nel fatto di essere stati resi figli di Dio nel Figlio Suo Gesù, alla cui scuola dobbiamo crescere e maturare nella fede (seconda Lettura). L’esperienza del figlio come dono è radicata nel pellegrinaggio della vita (Salmo), di cui ne è il segno la vicenda di Gesù dodicenne, Figlio ‘perduto’ e ‘ritrovato’ dai Genitori (Vangelo), quale anticipo del ‘dramma’ pasquale e chiave di lettura per comprendere il nostro impegno fondamentale che è quello di “re-stare in comunione con il Padre”, per compiere in pienezza il Suo progetto, facendo della nostra vita ricevuta un dono di amore e di servizio per gli altri.
La Famiglia è ‘luogo’ e segno dell’amore che si dona e si diffonde secondo il Progetto di Dio sull’umanità intera. In essa si vive l’amore vicendevole fino alla comunione, nell’armonia e sinfonia dei diversi componenti. Anche della famiglia possiamo dire che è un solo corpo con molte membra e, perciò, quando uno soffre, si ammala, cade, si perde e sbaglia, tutto il corpo ne risente e ne soffre. La Famiglia si costruisce e si edifica nella reciprocità dell’accoglienza, dell’ascolto e del rispetto dei compiti e dei ruoli assegnati. La ‘vita’ di famiglia deve esprimere la ‘familiarità’ con Dio, Autore di una promessa mantenuta sia ad Abramo, sia ad Anna, sia a Giuseppe e Maria! All’interno della famiglia, la vita viene donata per essere spesa per il bene e l’armonia di tutti i membri. La famiglia cristiana, la ‘piccola’ Chiesa domestica, è chiamata a testimoniare nella vita di ogni giorno il vero e pieno amore, quello di Gesù, Giuseppe e Maria. La Famiglia di Nazareth, non solo è il modello di ogni nostra famiglia, ma deve esserlo per la Chiesa che deve vivere in modo coerente a ciò che è: la Famiglia di Dio, la Famiglia di tutte le famiglie! Si capisce allora che la Chiesa è corpo di tutte le famiglie che la compongono; se una famiglia si ammala, si lacera, si scombina, tutto il corpo deve soffrirne e deve contribuire, con la misericordia, a farla guarire, a risanarla, a riconsolidarla e a rifondarla in quell’amore che si esprime con il dialogo, la comprensione, la collaborazione e il mutuo arricchimento. Il Presepe più bello e più vero è la FAMIGLIA. Io voglio fare della mia famiglia, allora, il presepe e la casa di Nazareth, impegnandomi a voler fare della mia famiglia-casa, una chiesa e mi impegno a voler edificare la Chiesa come famiglia-casa (papa Francesco ottobre 2003). Costruire una bella e buona famiglia, per formare la bella e buona Famiglia di Dio (Chiesa e Umanità intera). Papa Francesco (Udienza e Angelus del 13/05/2015) ci chiede, come principio della nostra vita di relazione, matrimoniale e familiare tre atteggiamenti fondamentali, ricapitolati nelle tre parole programmatiche: Permesso! Scusa! Grazie! Così la famiglia si consolida ed è armoniosa e felice! Chiedere cordialmente Permesso, con un linguaggio cortese ed amabile, senza nulla pretendere. L’educazione a ringraziare e dire Grazie, perché ‘un cristiano che non sa ringraziare ha dimenticato la lingua di Dio’. La disponibilità a chiedere Scusa, perché dove non ci si chiede scusa manca l’aria; “riconoscere di aver mancato, ed essere desiderosi di restituire ciò che si è tolto – rispetto, sincerità, amore – rende degni del perdono”. Ma “se non siamo capaci di scusarci, vuol dire che neppure siamo capaci di perdonare”. Perciò, mai concludere la giornata senza fare la pace in famiglia! Vivere in famiglia è bellissimo, se ogni membro fa la sua parte e collabora al bene di tutti. Come il corpo è felice ed armonioso solo se ogni membro collabora al suo bene, rispettando il suo ruolo ed esercitando il suo compito. L’armonia della famiglia è possibile se ogni nota emana il suo suono che si accorda alle altre note. Sinfonia o cacofonia, dunque: via di mezzo non c’è. Dio nostro Padre, nella santa Famiglia, ci dona e propone un vero modello di vita da seguire ed imitare “perché nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore e, riuniti insieme nella Sua casa, possiamo godere la gioia senza fine” (Colletta).
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Ultimo aggiornamento: 26/12/2015 - 08:40