3a Domenica d'Avvento, 13.12.2015
Il Signore è vicino!
Non temere, Sion, esulta e grida di gioia
DOMENICA
DELLA GIOIA, LA GIOIA DELLA VITA! La Gioia, se è
vera, deve essere per sua natura comunicata e condivisa,
perché è dono e ogni dono ci viene dato per essere donato! È
Gioia vera quella che ti rende vigilante, pronto a scattare
e ti spinge ad andare incontro al ‘Signore che viene’
(Vangelo); è quella che germina dalla consapevolezza, grata
e riconoscente, di essere stati salvati dal nostro Signore
fedele e misericordioso (prima Lettura e Salmo); ed è quella
che ci viene partecipata dal Signore, che è vicino a noi ed
è presente, tra noi e in noi, per donare pace al nostro
cuore e luce alle nostre menti, custodendoci nel Suo amore
(seconda Lettura). È la gioia che sgorga dall’amore del
Signore per ciascuno di noi, amore sponsale e oblativo,
quello dello sposo che non permette alla sposa di temere e
di lasciarsi cadere le braccia. Quella gioia che ricolma
Paolo, nonostante sia imprigionato ad Efeso, con la salute
cagionevole, ferito dalle infedeltà delle comunità di
Galizia e le continue contestazioni dei Corinzi.
Che cosa dobbiamo fare?
Quante volte poniamo questa domanda e restiamo immobili al
punto di partenza! Solo sei hai fiducia e coraggio, qualcosa
comincerà a cambiare in te! Altrimenti resterai
raggomitolato e prigioniero nel filo di questa domanda,
posta più per giustificare il tuo immobilismo che per
cominciare a metterti in gioco e a lasciarti coinvolgere. La
‘vicinanza’ del Signore è la fonte della nostra gioia e
pace, fa bene al cuore e lo rende capace di
‘amabilità’ verso tutti, premuroso, cortese, rispettoso,
accogliente, sobrio, solidale, trasparente, luminoso,
integro, simpatico con tutti! Tu non solo devi vivere nella
gioia, ma devi portare e comunicare gioia, comportandoti in
modo che questa sia conosciuta, ammirata, ‘nota’ a tutti per
essere e desiderata da tutti! E
Noi, oggi, che dobbiamo fare’? Cominciare ad
accogliere, finalmente, il rinnovato invito pressante e
motivato a rallegrarsi, ad esultare perché ‘il Signore,
Salvatore potente, è in mezzo a te e tu non temerai più
alcuna sventura’ e ‘ti rinnoverà con il Suo amore’ e, per
questo, ‘gioirà, esulterà per te’ (prima Lettura).
Cominciare a vivere nell’affabilità e amabilità tra noi e ad
avere più fiducia in Dio, che ‘custodisce i nostri cuori e
le nostre menti in Cristo Gesù’, liberandoli dalle angustie
e ‘dando la Sua pace che supera ogni intelligenza’ (seconda
Lettura). Tutto questo sarà possibile se cominciamo ad
aderire al Suo progetto, lasciandoci convertire
dalla/alla Sua verità, dal/al Suo amore,
dalla/alla Sua giustizia. In una parola, se
abbandoneremo le nostre strade, per la Sua, le nostre
ambigue vie e i nostri percorsi ingannevoli, per rimetterci
sui Suoi retti sentieri, che conducono a vita buona e
giusta. Scegliere i Suoi piani e rinunciare ai nostri,
seguire la Sua idea e abbandonare le nostre! È
la metanoia, in sostanza,
‘cambiare vita’, meglio,
lasciarsi cambiare il modo di essere e di vivere.
Concretamente quali sono le vie sbagliate e senza uscita nel
nostro tempo? Il dio denaro che tutto sporca e tutto
priva di valore e di dignità, tutto soffoca e a tutto trova
illogiche e mendaci giustificazioni! La crescente
corruzione, dalla cui tentazione nessuno è esente. Come
cambiare, perché dobbiamo convertirci? Ce lo indica il
Vangelo della Misericordia, con le istruzioni/invito
del Battista e con le riflessioni/indicazioni di Papa
Francesco: “la vita non dipende
dal vile denaro-idolo che non
può donare felicità vera e duratura, e che tenta
illusoriamente di giustificare la violenza e gli spargimenti
di sangue (guerre) per vendere armi e ammassare soldi” (MV
19). Il Vangelo della
Misericordia è contro la corruzione, la violenza,
l’ingiustizia ed è per la conversione dei corrotti e
corruttori. La corruzione, oggi imperante e dilagante, è
definita da Papa Francesco ‘piaga putrefatta della
società’ e ‘grave peccato’ che grida al cielo perché
toglie, prepotentemente e violentemente, il futuro,
soprattutto, ai più deboli e ai più poveri. È
‘accanimento nel peccato’,
nel voler sostituire Dio con l’illusoria potenza del denaro.
È tentazione dalla quale nessuno deve e può sentirsi immune,
perché ‘è un male che si annida nei gesti quotidiani per
estendersi poi negli scandali pubblici’. ‘È un’opera
delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo’. Come
si può debellare, allora, dal di dentro di ciascuno di noi e
della società? ‘Lasciarsi toccare il cuore’, in questo
Giubileo della Misericordia, ‘momento favorevole per
cambiare vit
a’
e convertirsi alla vita buona del Vangelo, alla Sua
giustizia attraverso la ‘prudenza, la vigilanza, la lealtà,
la trasparenza, unite al coraggio della denuncia’ per non
renderci ‘complici’ (MV n 19).
Ma, c’è la gioia,
già, nel tuo cuore, nella tua famiglia, nella
nostra comunità parrocchiale, nella nostra
città per questo Incontro, ormai, vicino?
Gioiamo per la venuta di
Gesù o siamo allegri per le vacanze, i regali, le luminarie,
il presepe, l’albero, il pranzo, il panettone?
Qual è
la sorgente e la
ragione della mia gioia e pace interiore?
Ultimo aggiornamento:
10/12/2015 - 10:35