15a Domenica Ordinaria, 12.07.2015

  • Gesù chiamò a sé i dodici e ordinò loro di non prendere, per il viaggio, nient’altro che un bastone e un paio di sandali
    Una Chiesa che cerca di diffondere il messaggio di Gesù Cristo con eccessivi mezzi e solo per avere la massima visibilità, con il pretesto della loro utilità ed efficacia, è una chiesa priva di fede e presto arriverà, anche, a sottomettere la sua fede e la sua missione, agli interessi culturali, politici ed economici. La Chiesa non deve essere solo la Chiesa dei poveri, ma deve essere povera e moderata, anche, nei tanti mezzi di comunicazione, per affidarsi di più all’efficacia intrinseca del Vangelo da annunciare con la testimonianza di vita e nella comunione profonda e vitale con il Suo Capo Fondatore e Maestro, Gesù Cristo, il Quale da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché tutti noi diventassimo ricchi per mezzo della Sua povertà (2 Cor 8,9).
    Gesù invia, ‘a due a due’
    , i Dodici in missione, conferisce loro i Suoi ‘poteri’, detta precise regole di comportamento e ordina lo stile dell’annuncio: nulla prima della Parola e nulla al di fuori della Parola (Vangelo). La missione, a volte, si presenta ardua e difficile, ma bisogna - come ci insegna la prima Lettura - compierla ad ogni costo, anche se è una missione scomoda e scomodante. Compito della missione è anche quello di ravvivare la coscienza che Dio ci ha prescelti, predestinati ad essere figli adottivi nel Figlio Suo ed eredi della vita eterna nel dono del Suo Spirito. In Cristo, infatti, il Padre ci ha benedetti, ci ha chiamati ad essere santi e immacolati, predestinati a figli adottivi per mezzo del Suo Sangue, ci ha riconciliati, redenti e fatti eredi insieme con Lui e in Lui ci ha benedetti con ogni benedizione, dandoci il Suo Santo Spirito come ‘sigillo’ della nostra figliolanza adottiva e ‘caparra’ della nostra eredità, la vita eterna. Sia benedetto il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Benediciamo e glorifichiamo la Trinità, nella lode riconoscente come figli ‘santi e immacolati’ (seconda Lettura). Non è Amos a scegliere di essere Profeta, ma Dio lo ha ‘preso/afferrato’ e lo ha mandato a profetizzare! Non siamo noi a diventare figli adottivi ed eredi! Dio, per mezzo del Figlio Suo e nel Suo Santo Spirito ci ha adottato e ci chiama ad essere ‘santi’, cioè, ad essere esclusivamente ‘Suoi’ figli amati, redenti e predestinati alla vita eterna. È Gesù, il Maestro che istruisce i Suoi e li manda, a due a due, a portare il Suo Vangelo di verità e vita! Ogni battezzato, nel dono dello Spirito, effuso su di lui, è chiamato ed è inviato a compiere la Sua missione profetica ed apostolica, con coraggio e senza alcun asservimento né a cose né a persone, con fedeltà al mandato ricevuto e sempre in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ecco, la CARTA D’IDENTITÀ del Discepolo – Apostolo – Profeta: è scelto, è preso ed è mandato a profetare ed evangelizzare. Lo stile strano e provocatorio della missione; modalità (‘a due a due’); equipaggiamento (‘nulla per il viaggio’ o, al massimo, un paio di sandali e un bastone); comportamento (‘a testimonianza per loro’). Istruzioni per la riuscita della missione: farla come Lui e in Suo nome, per la gloria del Padre, per il bene e a servizio dei destinatari; liberi dalle cose materiali e terrene, per fidarsi della Provvidenza e del buon cuore di chi accoglie, nel messaggero, il Messaggio; assoluta fedeltà e reale intimità con Colui che ti manda; non impossessarti mai dell’annuncio: ti è stato affidato come DONO e come RESPONSABILITÀ; annuncia nei/con i fatti e non solo a parole, nella fedeltà e nella verità dell’amore. Così per Amos, così per i Dodici, così per Paolo e così deve ritornare ad essere, oggi! Uomini sprovvisti e privi di ogni mezzo materiale, ricchi solo della potenza della Parola, a noi affidata in dono e responsabilità. La Parola e il Regno non si devono confondere e scambiare con i mezzi o progetti umani! Leggero, sgombro e libero soprattutto da interessi personali e terreni, svincolato da ideologie da difendere e da ‘compromessi’ con le ‘potenze’ di questo mondo, l’apostolo-profeta deve rimanere, intimamente, unito al Signore, che lo manda, e ai fratelli, ai quali è mandato! Predestinati ad essere figli! Siamo figli adottivi ed eredi! I figli e gli eredi, però, non possono vantare solo i diritti, ma hanno anche i doveri, propri dei figli e degli eredi, da rispettare! Infine, Dio ha predestinato TUTTI ad essere Suoi figli adottivi ed eredi della vita eterna! A noi la tremenda libertà e responsabilità di accogliere o rifiutare questo inestimabile dono gratuito! ‘DIO, CHE CI HA CREATI SENZA DI NOI, NON HA VOLUTO SALVARCI SENZA DI NOI’ (S. Agostino, Sermo 169, 11, 13).
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    Ultimo aggiornamento: 08/07/2015 - 19:21