2a Domenica di Pasqua, 12.04.2015

  • Mio Dio e Mio Signore
    Anche oggi, è la Pasqua del Signore! Alleluia! Di Domenica in Domenica, sino al compimento del tempo, ogni giorno celebriamo la Nostra Pasqua di vita nuova che si rigenera nel sacrificio di Cristo, il Risorto che ‘soffia’ su di noi, ancora increduli, il Suo Spirito e dona la Sua pace ai nostri cuori inquieti. Ogni giorno è festa della Sua Divina Misericordia, perché abbiamo sempre bisogno del Suo amore e del Suo perdono. Perché il mondo vince ancora? Perché siamo divisi e non c’è comunione tra di noi, siamo rimasti chiusi nei nostri cenacoli, abbiamo paura e siamo pieni di incertezze e di dubbi, siamo perennemente confusi, perché non crediamo che Gesù è davvero risorto, perché non ci lasciamo toccare, rigenerare, raggiungere e cambiare il cuore di pietra in un cuore capace di crederGli e di amarLo nei fratelli più bisognosi, che, invece, continuiamo ad ignorare nella più totale indifferenza e disinteresse! E questi sono i cristiani? Non erano alle origini un cuor solo e un’anima sola e mettevano a disposizioni di tutti i bisognosi i beni spirituali e le risorse materiali? Questa è l’Ekklesia del Risorto, ‘fatta’ da gente nuova con-risorta con Lui! Ma dov’è, oggi, la comunione nella chiesa e tra le chiese? Dove è il nostro annuncio toccante, sconvolgente e coinvolgente di Gesù Cristo Risorto? Noi ancora non ci siamo lasciati ‘toccare’, parlare, sconvolgere e rigenerare, dal Risorto, il Quale continua ad entrare, attraverso le nostre porte chiuse, per farsi riconoscere e farci dono del Suo Spirito e della Sua pace! Ma come possiamo pretendere di riaccendere gli altri cuori, se non abbiamo permesso al Risorto di accenderci e rigenerarci? Toccano i cuori i nostri annunci pasquali, se coinvolgenti perché escono da un cuore che si è lasciato amare, scegliere, toccare e salvare da Cristo Risorto che ritorna dopo otto giorni, perché vuole aprire il cuore dei discepoli alla vera fede, vuole offrire la Sua presenza di pace e vuole ‘soffiare’ su di loro il Suo Santo Spirito. Non essere incredulo, ma credente! Non sono solo per Tommaso queste parole: sono rivolte ai discepoli, che ancora restano asserragliati e chiusi nel cenacolo, perché continuano a non credere compiutamente a tutto ciò che Gesù ha fatto vedere e ha detto loro otto giorni prima! Se non vedo, io non credo! Più che pretendere di toccare e verificare, noi, dobbiamo deciderci a lasciarci toccare il cuore e verificare il nostro modo di credere, di amare e di essere cristiani con-risorti con Lui! Le porte le chiudiamo noi dal didentro del nostro egoismo e della nostra superbia. La paura nasce dalla mancanza di fiducia e di affidamento, il dubbio deriva dal fatto di aver dimenticato la Parola udita. La pretesa di voler toccare con il dito, prima di credere, è superbia, prepotenza e arroganza: io vengo prima di Dio! Pace a voi! Ci ha detto Gesù! È la pace del Risorto, non quella del mondo! Pace a te, fratello/sorella mia, nella condivisione, fraternità e comunione fra noi. Ma se siamo divisi, come possiamo sederci alla Sua mensa dell’unico Corpo spezzato e Calice versato? Dopo averlo visto morire così, è stato facile argomentare con il centurione: ‘così può morire solo un dio: veramente, perciò, questi era Figlio di Dio’! Ma più difficile, ora, è crederLo risorto, perché non lo possiamo più vedere con gli occhi del corpo, ma solo con gli occhi del cuore, dell’amore e della fede. Non noi dobbiamo pretendere di toccarLo per credere, ma dobbiamo lasciarci (ancora, il verbo ‘lasciarci’) riconciliare, parlare, incontrare, convertire, amare, ‘toccare’ cuore e mente dal Risorto, che entra anche attraverso tutte le porte chiuse dai nostri egoismi, dalla nostra incredulità e sfiducia, superbia ed indifferenza! Noi dobbiamo, solo, lasciarci incontrare dal Risorto, non dobbiamo impedirGli di riunirci in comunità e di costituirci Sua assemblea santa per celebrare, attualizzare, testimoniare, annunciare ed essere segno ‘sacramentale’ della Sua presenza tra di noi e nel mondo dei fratelli. Questo può accadere, solo, se ci lasceremo toccare, coinvolgere e sconvolgere dalla Sua morte e risurrezione e perciò saremo rigenerati a figli scelti, eletti e amati. Abbiamo visto il Signore! (v 25). Non è una semplice notizia, come le altre, da dare senza entusiasmo e senza coinvolgimento! È annuncio toccante! I discepoli non riescono nemmeno a suscitare una qualche curiosità in Tommaso, il quale, invece, dimostra di ardere davvero dal desiderio vivo di vedere, toccare, incontrare ed essere trasfigurato e rigenerato dal Risorto! Perciò, egli è ‘il gemello’ di tutti noi, che vogliamo riaccenderci di una fede autentica, vogliamo essere toccati e trasformati e rigenerati dalle e nelle Piaghe del Signore che è Risorto e si fa vedere, toccare, udire, credere ed amare! Credere, infatti, non è autoconvincersi sulle parole degli uomini, ma è la Parola di Dio che apre il cuore alla Verità della Fede. L’autoconvincersi, infatti, pone se stesso come soggetto! Credere è un’altra cosa! La Fede è Dono di Dio e Dio è il Soggetto! Nel Figlio amato, crocifisso e risorto, ci tocca il cuore, se ci lasciamo toccare, e ci rigenera a figli, se ci lasciamo rigenerare. Credere ed amare, le due facce della stessa medaglia! Fanno a gara a chi inizia prima e, così, iniziano assieme! Amo perché credo e credo perché amo! Così chi ‘crede che Gesù è il Cristo’ (v 1), Lo ama e diventa capace di amare i fratelli, come ‘figli di Dio’ (v 2). Il Vangelo, Parola e Segni, infatti, - conclude Giovanni - è stato scritto perché raggiunga tutti per aprire e disporre tutti i cuori a credere che ‘Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiano la vita nel Suo nome’ (vv 30-31).

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  • Ultimo aggiornamento: 10/04/2015 - 11:56