19a Domenica Ordinaria, 09.08.2015
Il tuo pane, Signore, sostieni i poveri e i deboli in cammino
Gesù,
Pane vivo, disceso dal cielo, deve essere mangiato per non
morire. Contrariamente al cibo che è assimilato dal corpo,
questo è Corpo che ci assimila a Sé per farci vivere la Sua
stessa ‘Vita Eterna’. Se il cibo, nella prima
Lettura, permette al Profeta, demoralizzato e depresso,
di riprendere il cammino e giungere al monte di Dio, questo
Pane, che discende dal cielo, ci fa camminare nella
comunione e nella carità (seconda Lettura), fino a
farci partecipi della Sua stessa vita, quella eterna. Gesù
si autorivela e si presenta Pane che dà vita
vera ed eterna: dobbiamo fidarci di Lui e credere che è il
Figlio, inviato dal Padre (Vangelo). Elia, nel
deserto, è invitato a mangiare il pane senza il quale non
avrebbe mai potuto compiere il lungo cammino che gli stava
davanti (prima Lettura). Penserà il Signore a
provvedere il Suo pane per sostenere i poveri, i deboli e
gli umili in cammino (Salmo 33). Solo il Pane che
viene dal cielo, dal Padre, può farci imitatori di
Dio per camminare nella carità. La crisi della fede non
risparmia, neppure, il grande profeta Elia, che appare come
schiacciato da un senso di fallimento ed è impaurito dai
persecutori. Un uomo solo, ormai, in fuga disperata e allo
stremo delle forze, minacciato a morte, com’è, dalla regina
Gezabele. Il suo coricarsi sotto il ginepro solitario e
l’invocare la morte, come unica via di uscita, dice tutto
della drammaticità del momento che attraversa e vive!
Eppure, la fede non è scomparsa dal suo cuore: come ogni
vero credente, egli si lamenta, anche accoratamente,
ma lo fa sempre davanti a Dio e, così, non incappa nella
mormorazione, il grave peccato di Israele nel deserto. Il
messaggero del Signore lo sveglia con l’ordine di alzarsi,
per mangiare e bere, il pasto del pellegrino, frugale e
semplice, misterioso, per la sua origine, ed efficace per la
forza che esso darà ad Elia per poter compiere il ‘lungo
cammino’, verso il Monte della Santa Alleanza,
dove incontrerà Dio nella lieve brezza della sera!Oggi,
nella Domenica del Pane Vivo, Pasqua Settimanale,
MEMORIA LITURGICA DI S.
FRANCESCO DA PAOLA
Cosa resterà di questa festa? La vera festa è
pasquale! Consiste nello svestirci dell’uomo vecchio,
per rivestirci di Cristo, Uomo Nuovo, e nel lasciarci
ammaestrare da Dio, per camminare nella Sua carità. Questa
‘nostra’ festa al Santo glorioso, vuole e deve
segnare l’inizio di una conversione permanente a
vivere ed attuare ‘Il
Vangelo della Creazione’, per ristabilire le
RELAZIONI fondamentali,
strettamente connesse: la RELAZIONE con Dio, quella con il
prossimo e quella con il creato. Secondo la Bibbia,
queste tre RELAZIONI
VITALI
sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi.
Questa rottura è il peccato! (Enciclica ‘Laudato Si’
di Papa Francesco, Sulla Cura Della Casa Comune Il
Vangelo Della Creazione, capitolo secondo, n 66). I
Santi,
FRANCESCO e
FRANCESCO, ci accompagnino in questo cammino di
comunione con Dio, con gli altri e con noi stessi, ma anche
con tutte le creature e il creato, a noi affidato, nostra
casa comune e ci aiutino, con la loro vita santa e povera, a
camminare nella Carità, nel modo che anche Cristo ci ha
amato e ha dato Se stesso per noi
Ultimo aggiornamento: 06/08/2015 - 11:04