32a Domenica Ordinaria, 08.11.2015

In verità Io vi dico: questa vedova, così povera, ha dato più di tutti gli altri
Dio sostiene la Vedova, l’Orfano e lo Straniero (Prima Lettura). Gesù loda e addita a modello la vedova, che pone, segretamente, nel tesoro del tempio, tutto quanto quello che aveva per vivere. Due monetine, appena un soldo, donando, così, più di tutti gli altri che, invece, hanno ‘gettato’, con la forza dell’ostentazione più spudorata, solo il superfluo e solo per farsi notare, per accrescere, nell’ipocrisia più miserabile, il loro prestigio e potere, per consolidare la propria posizione, il proprio orgoglio e la propria superbia, falsificando la religione e manipolando il culto, asservendoli alla propria vanagloria nel fatuo e vanitoso compiacimento di se! Questa vedova, così povera, ha dato più di tutti gli altri: tutto quello che aveva per vivere. Dunque, ha dato la vita! Non basta dare il superfluo, ciò che avanza, bisogna donarsi tutto. Guardatevi e state attenti! Nel loro gesto plateale, quei ricchi hanno preteso attenzione, riverenza, ammirazione! In realtà, non hanno donato, ma hanno comperato visibilità, onorabilità, riconoscenza, potere, approvazione e lode. La Vedova, invece, nella sua umiltà e discrezione, ha donato tutta se stessa, consegnandosi totalmente a Dio! Gesù smaschera lo stile vanitoso e profittatore degli arricchiti alle spalle dei poveri nella loro ostentata ostentazione e riafferma la modalità del ‘donare’ per amore e, perciò, del donare nella riservatezza e nella semplicità. Le due Vedove (Vangelo, prima Lettura e Salmo) donano di ‘più degli altri’, perché non conta ‘il quanto’ si dà, ma il come e il perché si dona. L’incontro con Dio non avviene mediante riti sontuosi e appariscenti, in santuari sfarzosi e fastosi, ma nei gesti semplici e veri di chi non getta monete nel tesoro del tempio per farsi notare e sentire, per apparire e primeggiare, ma di chi sa abbandonare le proprie convinzioni e si libera dalle sue sicurezze per ‘gettarsi’, fiduciosamente e incondizionatamente, nelle mani e nel cuore di Dio, come l’esempio che ci danno due donne vedove e povere. Questo atteggiamento interiore ci prepara e ci dispone a lasciarci salvare dall’unico Mediatore e Redentore: Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, Vittima ed Altare insieme, che si offre una volta per tutte, per togliere il peccato di tutti. ‘Egli è apparso per annullare il peccato, mediante il sacrificio di Se Stesso’ (v 27a), quindi, con il dono della Sua vita, ha tolto il peccato e ha distrutto la morte per sempre (seconda Lettura).
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Ultimo aggiornamento: 05/11/2015 - 20:20