5a Domenica Ordinaria, 08.02.2015
Andiamocene altrove, perchè io predichi anche là: per questo sono venuto!
Le
Celebrazioni Liturgiche sono vere ed autentiche solo
se ci convertono e ci educano a vivere da cristiani. Anche
il mistero del dolore deve essere illuminato dal Mistero di
Cristo crocifisso e vincitore sul peccato, causa e fonte di
ogni sofferenza, e sulla morte, ultimo ed estremo nostro
nemico. Dobbiamo affrontare giorni e notti di dolore e di
prove, ma siamo sempre sostenuti dalla fede in Dio: ‘Anche
se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché Tu
sei con me’ (Salmo 22,4) e dalla fiducia e comunione
con Colui il Quale si è ‘caricato
delle nostre sofferenze e si sei addossato i nostri dolori’
(Is 53,4) e li ha redenti con la Sua morte e risurrezione!
Come già, Domenica scorsa, oggi, abbiamo la conferma che
Gesù è venuto per liberarci dalle forze del male, che
occupano e straziano l’anima e che indeboliscono il corpo.
La liberazione dal male ci rende testimoni e servitori (Vangelo).
La prima Lettura è storia di tutti noi, invitati e
chiamati a riflettere: ma chi crediamo di essere? ‘Siamo
un soffio’! Perciò è urgente e necessario accogliere
il Vangelo, proposta di vita nuova per tutti coloro che
vogliono e decidono di uscire dalla schiavitù del male che
ci rende tutti più cattivi, soli, tristi e senza speranza (seconda
Lettura).
Guai A Me Se Non Lo Avrò Annunciato
Ti sei fatto servo di tutti per
guadagnarli a Cristo? Ti sei fatto debole con e
tra i deboli, per educarli e formarli a diventare forti?
Ti sei dato tutto a tutti, senza distinzione e privilegi?
Fai tutto, davvero, per il
Vangelo? Ti sei dato tutto per guadagnare,
almeno, qualcuno a Cristo? Sei tutto per il Vangelo?
Paolo ci chiede di imitare il suo esempio, perche egli ha
imitato Cristo, modello e via dell’amore oblativo che rende
liberi da se e ci fa servi per amore gli uni degli altri. Il
vero e autentico annunciatore del Vangelo, dunque, non
indica mai se stesso da imitare, ma Chi annuncia e Chi lo ha
mandato ad annunciare, mai si pone come modello da imitare,
ma sempre deve farsi da parte, scomparire del tutto, per
fare posto a Cristo, Modello unico di amore e
Fonte esclusiva di salvezza.
‘Andiamocene
Altrove’
