23a Domenica Ordinaria, 06.09.2015

  • EFFATÀ! SII APERTO! Ovvero: lasciati aprire e sciogliere
    Gesù compie la Profezia della prima Lettura, Dio aprirà gli occhi ai ciechi, schiuderà le orecchie dei sordi, scioglierà la lingua dei muti e farà saltellare lo storpio. Egli fa udire e parlare il sordomuto, che gli viene condotto da persone sensibili e misericordiose, che testimoniano fede in Lui, al Quale si rivolgono. Gesù, nello stupore della gente che esclama e professa ‘ha fatto bene ogni cosa’, non solo guarisce, ma fa udire e fa parlare. È sordo e muto chi continua a non fidarsi di Lui e chi si ostina a non volerLo ascoltare per non doverLo seguire. È sordo e muto chi non vuole prendere atto che Dio, sceglie i poveri, rende giustizia agli oppressi, rialza chi è caduto, sceglie i disabili, i derelitti, gli scartati e i rifiutati, i
    PROFUGHI, gli EMIGRANTI e i FORESTIERI, le vedove e gli orfani (Salmo e seconda Lettura). Gesù realizza nella Sua persona e nella Sua missione le profezie del primo Testamento. Agli Ebrei esuli, deportati in Babilonia, scoraggiati e depressi perché lontani dalla patria, da Gerusalemme e dal tempio, il profeta annuncia la liberazione che il loro Dio compirà (prima Lettura). La Lettera di Giacomo, molto pratica e concreta, invita, attraverso un esempio tratto dalla vita della comunità, all’atteggiamento correttamente fraterno che escluda ed eviti ogni differenza tra persone e ogni favoritismo personale (seconda Lettura). La Chiesa, perciò, se vuole essere ciò che deve essere, cioè Corpo di Cristo, non deve discriminare, deve essere madre, non deve essere parziale, non deve fare preferenze o favoritismi, e deve realizzare la logica e lo stile di Dio nella Sua opzione per i poveri. Non solo, allora, povera ma anche dei poveri per farli ricchi con la fede. Ma, nelle nostre comunità siamo sempre pronti ed attenti ad accogliere con gentilezza e delicatezza (chiamiamolo, realisticamente e chiaramente, “servilismo” opprimente e umiliante!) le persone che noi (ma, non il Signore!) riteniamo ‘importanti’ e solo perché possono favorirci in qualche modo, mentre lasciamo nell’indifferenza offensiva il povero, l’umile, il meno fortunato? Se si deve preferire qualcuno, si devono ‘preferire’ i poveri, gli ultimi, i diseredati, gli emarginati! In questo caso, però, non si tratta più di preferenza, ma solo di amore tenero e misericordioso!
    LA NOSTRA FEDE, PERCIÒ, SIA IMMUNE DA FAVORITISMI PERSONALI. Gesù fa udire i sordi e parlare i muti: ci abilita con la Sua grazia quotidiana a sentire e a parlare, a relazionarci con Lui e con i fratelli, a comunicare con Lui e con tutti i fratelli (Vangelo). Qual è la nostra risposta al Vangelo per aderire vitalmente a ‘Colui che ha fatto bene ogni cosa’? Se ci lasciamo aprire le orecchie per un nuovo ascolto con le Sue dita, se ci lasciamo ‘ravvivare’ dalla Sua ‘saliva’, la nuova ‘acqua del respiro’, le corde del cuore e se ci lasciamo ‘sciogliere’ da tutti i ‘nodi’ che c’impediscono, ancora, di essere e vivere da figli. Con il Suo strepitoso e potente Effatà, Cristo Gesù continua ad aprire tutto ciò che ancora rimane chiuso nella nostra persona e nella nostra vita: cuore, mente, occhi, orecchie e bocca. Tutto di noi e in noi, può essere risanato e tutto può rivivere! Ma, SOLO, SE GLIELO PERMETTEREMO!
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    Ultimo aggiornamento: 03/09/2015 - 21:30