Commemorazione dei Defunti, 02.11.2015

Io credo risorgerò, perchè Gesù è morto ed è risorto per noi
Memoria viva e grata dei nostri Cari
nella riconoscenza e nella gratitudine

COMMEMORARE è ‘RICORDARE INSIEME’ e ‘ricordare’ (lat. recordari) significa ‘riportare al cuore’ (lat cor, cuore che i romani credevano essere la sede della MEMORIA). ‘Fare memoria’ (ebraico zikkaron) riattualizzare, rendere attuale e presente ciò o CHI si ricorda e del QUALE ‘si fa memoria’ viva e grata.
Memoria viva, dunque, e colma di riconoscenza, piena di amore e speranza, di TUTTI COLORO che ci hanno preceduto nella Fede e che, ora, dormono il sonno della pace, nell’attesa della Sua ultima venuta. ANNUNZIAMO, perciò, la Tua morte, Signore, PROCLAMIAMO la Tua Risurrezione, nell'ATTESA della Tua venuta. Dio, infatti, ci ha creati per la vita e non per la morte, che non è un castigo di Dio, ma il passaggio necessario per la nuova vita. Il peccato ha generato la morte e da questa morte, da noi peccatori procurata, Dio ci salva facendo morire il Figlio, che ha risuscitato per dare a noi la vita oltre la morte. Sia che viviamo, allora, sia che moriamo, siamo e apparteniamo al Signore! Perciò, oggi, insieme con i miei fratelli e in comunione con tutti i viventi presso il Padre, voglio celebrare, testimoniare e professare la mia fede e annunciare al mondo la mia speranza: Il Signore è mia Luce e mia Salvezza per cui la morte non avrà l’ultima parola su di noi!
VADO AL CIMITERO! PERCHÉ?
Vado a visitare morti o a trovare chi è nella pienezza della vita? A rassegnarmi alla morte o a celebrare il Dio, che in Gesù Cristo, ha posto fine alla morte? A piangermi addosso o a proclamare e annunciare la beata speranza della Risurrezione? Il nostro Cimitero è ‘Campo Santo’ dei ‘Dormienti’ e non dei ‘morti’, dei ‘viventi’ con il ‘Vivente’! Questo è il mio atto di fede e professione di speranza, nella consapevolezza profonda di un legame/comunione che sopravvive alla morte, nell’attesa dell’incontro pieno e definitivo, nel quale non ci sarà più il peccato e la morte, ma solo gioia e comunione senza fine. “Il Signore eliminerà la morte e per sempre”, è la risposta solenne di Dio al pianto dell’uomo disperato e confuso, disorientato e scoraggiato nelle sue domande esistenziali: IO CHI SONO? DOVE VADO? CHE COSA RESTERÀ DI ME? CHE COSA DEVO FARE? QUALI SONO LE MIE POSSIBILITÀ? Se pongo tali domande, però, non devo perdermi in un monologo soggettivo, ma devo, nella fiducia, lasciarmi parlare e devo ascoltare la risposta di Dio, attraverso la Sua Parola di vita eterna, Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Davanti alla morte, ognuno di noi si sente nudo e disarmato, perché essa riesce a ‘strapparci’ le persone più amate, senza che possiamo fare nulla. Davanti alla morte, ognuno di noi avverte i propri limiti, la propria impotenza ed estrema vulnerabilità. Ma, la Tua Parola infonde la forza della speranza e riaccende in noi la Luce senza tramonto del Tuo Figlio, morto ma risorto per noi, e ci assicura che la Sua vittoria, sarà anche la nostra. Tu ci ricordi, ogni giorno, e non solo oggi, che tutti quelli che portiamo nel nostro cuore e che amiamo più di prima, ‘non sono scomparsi’, ‘non se ne sono andati’, né ci ‘sono venuti a mancare. Queste espressioni - usate nei nostri manifesti ‘funebri’ - denotano l’amara tristezza del vuoto che lasciano nel cuore, non del tutto illuminato e sostenuto dalla fede; coloro che, in realtà, sono ritornati alla Sorgente della Vita, ‘SONO ‘TORNATI A CASA DEL PADRE’ e sono stati presi dalle mani del Creatore che ci ha plasmati e fatti per Lui! Non li abbiamo ‘perduti’, dunque, ma ritrovati; non sono scomparsi né se ne sono andati, ma ci ‘appaiono’, ci accompagno e ci sostengono in ogni dove. Il vuoto scavato in noi dal loro ritorno al Padre, è ricolmo della fede nel Dio dei vivi ed è riempito della loro presenza attiva, fino a quando, insieme con loro, anche noi saremo per sempre presso il Signore. ‘
Si muore nel modo in cui si è vissuti’, sapendo già, che l’uomo, che vive nell’egoismo e nell’autosufficienza, è già morto.
RESPICE FINEM
Così ci esorta Dio, Nostro Padre: “In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai nel peccato” (Siracide 7,36) e la Liturgia “Ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai” (Sacre Ceneri)


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Ultimo aggiornamento: 01/11/2015 - 19:10