Maria Madre di Dio, 01.01.2015

  • Maria custodiva queste cose, meditandole nel suo cuore
    Maria, ‘la Benedetta fra tutte le Donne’, oggi, felicemente meditabonda, bellissima e radiosa, accanto a Giuseppe silenzioso e contemplativo, raccoglie ogni cosa, accoglie ogni gesto, ascolta ogni parola e pone tutto nel Suo cuore per custodirlo (synterein), confrontarlo e metterlo insieme (symballein) perché lo vuole comprendere fino in fondo e desidera seguirlo nella gioia della fedeltà libera e felice. Nel Suo Figlio (Vangelo), il Padre, realizza quanto aveva ordinato a Mosè di dire agli Israeliti: ‘Ti benedica il Signore, ti custodisca, ti faccia grazia, rivolga a te il Suo volto e ti conceda pace’ (prima Lettura), e, esaudendo la supplica del Salmo, compie e celebra la Sua benedizione nel Figlio, mandato a noi e ‘nato da donna’, senza cessare di essere Dio e, in piena solidarietà con gli uomini, ‘nato sotto la legge’ per affrancarci dalla schiavitù della legge del peccato e farci ‘figli nello Spirito ed eredi per grazia’ (seconda Lettura). Custodire e meditare nel cuore tutte queste cose che abbiamo visto, udito di questo Bambino, Figlio di Dio che Maria ci ha donato e ci dona, affinché diventiamo eredi e figli ed impariamo a vivere come tali, nell’amore riconoscente e vera libertà.
    Dio Sorgente Di Ogni Benedizione
    . Il centro è il ‘Nome’ di Dio: ‘lo invocheranno ed Io li benedirò’. Benedizione e maledizione stanno, nell’A. T., come ‘salvezza’ e ‘disgrazia’. “Dio Ti Benedica”! Riprende l’antica Benedizione Sacerdotale che s’impartiva, ogni giorno, dopo il Sacrificio della sera: ‘Il Signore rivolga a te il Suo volto/sguardo e ti conceda Shalom’. La ‘nascita’ di Gesù nel cuore di ciascuno di noi, è la vera benedizione. Con Gesù, i cristiani sono diventati liberi, maggiorenni, e tutti gli uomini hanno ricevuto la vita dello Spirito ed hanno il ‘dovere’ di comportarsi da figli verso il Padre. Con Gesù e con lo Spirito riversato nei cuori di tutti che grida il nome di Padre, tutti siamo fratelli, uguali tra noi, sono cancellate le differenze, abolite le barriere, invalidati gli ingiusti privilegi. È Gesù Cristo che salva, non i riti e la Legge! Nato da donna! Davanti ad una religione, quella dei Giudei, fondata su riti da ‘rispettare’ e pratiche da ‘osservare’, Paolo afferma, con chiarezza e franchezza (la parresia di papa Francesco, c’era già, noi l’avevamo dimenticata e cancellata dal vocabolario del nostro cuore!) la libertà dei figli di Dio. La venuta del Figlio di Dio nella carne, infatti, riempie la storia della Sua salvezza, fino alla Sua pienezza (‘pléroma tu chrònu’, la ‘storia’ pensata come un vaso che viene riempito fino all’orlo!). Egli ne è la pienezza e il ‘télos’. Cristo Gesù, l’unico Salvatore, l’inizio, il fine e il compimento. Il Figlio diventa parte della famiglia umana, con Maria e attraverso la paternità legale di Giuseppe, per farci figli ed eredi nello Spirito, che ci fa gridare ‘Abba’! Il Figlio è tra noi per renderci pienamente ‘figli del Padre Suo’ e membri della Sua famiglia. Maria, con il Suo esempio e la Sua testimonianza, richiama l’urgenza di non disperderci nei ‘frammenti’ dell’esistenza, ma, come Lei, di conservare, mettere insieme ed ordinare nel cuore ‘tutto quello che ci sta accadendo’! Con Maria, anche la Chiesa deve essere madre, deve ‘serbare tutte queste cose meditandole nel suo cuore’… imitare la contemplazione di Maria che, ‘accogliente’, “serbava nel Suo cuore”, meditando il Mistero in cui Lei stessa, per prima, è stata coinvolta. Questo Anno devo spenderlo in difesa della vita, a servizio dei poveri che impoveriamo sempre più con il nostro egoismo cieco ed assassino, per ricostruire la famiglia, come comunità di amore e sacramento della Trinità santissima e, così, la pace e la giustizia regneranno nel nostro cuore e, attraverso esso, la semineremo nel mondo dei fratelli. Neanche un giorno, perciò, dovrà trascorrere senza ascolto, senza amore e senza perdono. Con lo sguardo contemplativo di Maria accogliamo il tempo del Nuovo Anno come DONO e RESPONSABILITÀ, nel sano realismo, animato sempre dalla speranza che non muore. Viviamo il tempo come benedizione ed occasione di amore ed attenzione verso tutti. L’inizio di un ‘nuovo’ Anno vuole ricordarci che il tempo è dono di Dio e noi non ne siamo i padroni e che Dio, nel Suo amore e nella Sua pazienza infinita, ci vuole concedere ancora tempo per convertirci, ritornare nelle Sue braccia e credere nel Suo amore e seguire il Suo Vangelo di salvezza. Non sciupare, allora, e non perdere più le occasioni di bene e di amore che il tempo, dono gratuito di Dio, nei suoi istanti non ripetibili, ci propone e ci offre! Dobbiamo viverlo sempre con fiducia e speranza, sicuri e convinti che il nostro tempo è Storia della Salvezza ed è abitato da Dio nel Figlio e nel Suo Spirito. Vivere il tempo come figli grati ed impegnati nel bene e non farlo passare oziosamente ed inutilmente! È Tempo di Grazia, Kairòs, il tempo per donarsi, rispondendo alla vocazione - missione che è la vita, la quale richiede fede, il cui frutto è l’amore che si realizza nel servizio, il cui raccolto è pace!

    In questo Nuovo Anno, permetteremo a Dio di volerci bene, di avvicinarsi a ciascuno di noi e di abbracciarci da Padre?
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    Ultimo aggiornamento: 30/12/2014 - 18:46