22a Domenica Ordinaria, 31.08.2014

  • Il Cristo, il Figlio del Dio vivente,
    deve molto soffrire e venire ucciso e risorgere il terzo giorno
    Chi Mi Vuol Seguire Deve Uscire Da Se Stesso, deve accettare il rischio della ‘croce’, deve camminare dietro a Me e condividere il Mio destino di passione, morte e risurrezione! Mettiti dietro di Me, non pretendere di insegnarmi ed indicarmi la via, non pensare secondo gli uomini ma secondo Dio, seguimi per la mia strada, quella della croce, del rinnegamento di se stesso, dona la tua vita per non perderla per sempre, sii pronto a morire per vivere! Pietro, i discepoli, chi vuole davvero seguire Gesù deve mettersi dietro a Lui e non deve tentare mai di mettergli il piede (il passo) avanti, cercando di ostacolarlo e farlo inciampare con proposte mondane e visioni personali, interessate e carnali. Anche Geremia si deve concedere alla Parola che brucia più del fuoco e sconvolge la sua vita. Chi vuole seguire Cristo, infine, deve adottare il Suo stile di vita, deve ‘somigliare’ a Lui e, non conformandosi più a questo mondo, deve ‘rinunciare’ al proprio egoismo ed egocentrismo, deve mettersi dietro a Lui e seguirlo da vicino, deve essere pronto ad essere anch’egli crocifisso e morire per Lui, e, così, può offrirsi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. La sequela fedele e totale esige l’abbandono del modo di ragionare e di credere ‘secondo gli uomini’ (‘secondo la carne’, religione e fedefai da te”!) per orientarsi a credere ‘secondo Dio’ e ‘secondo lo Spirito’. È nella sua debolezza che il profeta Geremia può sperimentare la potenza ‘sconcertante’ della Parola, fuoco ardente e nella sua umiliazione potrà fare esperienza dell’amore tenero di Dio. Lo stesso percorso dovrà percorrere Pietro, chiamato a ricominciare tutto daccapo! Chi vuole venire con Me, deve camminare dietro a Me! Pietro, però, continua a non voler comprendere! Nonostante la sua bella professione di fede, non vuole accettare il Piano misterioso di Dio! Sta con Gesù, Lo segue, ma, continua a pensare secondo la carne e non secondo Dio! Egli si ribella di fronte alla sofferenza dell’innocente, ma, anche non vuole fare la fine del Maestro. La Passione e la Croce, la Sua morte non rientrano ancora nei suoi piani: ‘Questo non ti accadrà mai’! Gli si pone “davanti”! Caro Pietro, anche se la tua risposta di ieri (vedi Domenica scorsa) è stata bella e perfetta, perché te la ha suggerita il Padre, comincia, ora, ad accogliere e comprendere e vivere le Mie Parole che sto per dirti e dirvi! Io debbo, assolutamente, parlarvi chiaramente, perché voi non dobbiate più ingannarvi con i vostri pensieri carnali ed illudervi con le vostre attese mondane! “Tu continui a pensarla, ancora, secondo gli uomini e non secondo Dio”! Pensare secondo gli uomini è pretendere, infatti, di voler insegnare o suggerire a Dio ciò che deve fare e come deve farlo! In una parola, il Buon Maestro, non vuole illudere i Suoi, né tanto meno ingannarli! Egli deve (“dei”) salire a Gerusalemme, deve molto soffrire, deve venire ucciso e risorgere il terzo giorno! Il “deve” indica la Sua piena libertà, totale disponibilità e obbedienza filiale alla Volontà del Padre! Geremia e Pietro siamo Noi! Oggi, insieme con loro, tutti riceviamo, una nuova Vocazione (ulteriore chiamata) ad uscire e ad abbandonare la superficialità nell’ascolto, la logica del ‘fuoco di paglia’ nella vocazione, la mediocrità nella sequela! Oggi e sempre, la Parola di Dio deve essere per ciascuno di noi, “una nuova vocazione nella vocazione fondamentale a seguire Cristo; deve indurci a una conversione particolare nella conversione totale a Cristo, deve essere accolta come chiamata urgente a lasciare una fede disimpegnata e di sola facciata, per entrare nella logica della Croce, la vera e radicale Sequela del discepolo che si pone e cammina “dietro” Gesù”! Come Geremia e Pietro, noi cristiani, non possiamo rinunciare e sottrarci alla nostra missione di servizio fedele e totale della Parola e del Vangelo solo perché incompresi, rifiutati, derisi, perseguitati, fino al rischio concreto della morte (‘prendere la croce’). Non possiamo tirarci indietro per la paura di soffrire per la causa del Maestro e del Suo Vangelo. Non possiamo spegnere il fuoco della vocazione e rinunciare alla missione affidataci, solo perché siamo costretti a pagare di persona e a rischiare la vita. La paura della derisione, degli scherni e delle beffe in Geremia genera angoscia, decisone di rinunciare e di sottrarsi al suo compito di profeta, suscita ribellioni contro Dio che lo avrebbe ingannato e se-dotto (se ducere), mentre il fuoco della Parola lo purifica, lo forgia al coraggio e lo fortifica per il combattimento della fede. In Pietro la paura di dover partecipare allo stesso destino di sofferenza e di morte del Maestro, la delusione per la non corrispondenza dei suoi piani con i disegni di Dio sul Messia, lo fa pensare secondo gli uomini e lo pone come ostacolo ed impedimento alla missione del Messia. Non possiamo mettere il piede avanti a Gesù: non possiamo essere cristiani a nostro piacimento e secondo la nostra mentalità carnale! Accogliamo l’accorato invito di Paolo ‘lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare e rimettiamoci, subito, tutti dietro a Gesù ed ascoltiamoLo con più amore e fiducia. Svuotiamo, perciò, la nostra mente da tutte le false idee e convinzioni che ci siamo costruiti ‘pensando come gli uominie nonsecondo il volere salvifico di Dio’, sgombriamo il cuore da ogni paura ed incertezza, fidiamoci di Lui e crediamo la Sua Parola per ricevere in dono dal Padre la piena rivelazione della missione del Suo Messia e Figlio amato!
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    ultimo aggiornamento: 30/08/2014 - 16:52