4a Domenica di Quaresima, 28.03.2014
Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre

DOMENICA ‘LAETARE’: “Rallegrati, Gerusalemme… Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza” (Ant. Ingresso)! Dal segno dell’acqua a quello della luce che ci prepara a quello della vita. La gioia nasce dall’uscita dalle tenebre del peccato alla luce della salvezza: Ero cieco e ora ci vedo! Gesù ci libera dalle tenebre che ci avvolgono nel nostro cammino verso la Sua Pasqua di risurrezione e di vita, facendoci ‘vedere’, nella nostra cecità, il dono della Sua luce perché possiamo ‘guardare’ con i Suoi occhi noi stessi, il mondo, la realtà e i fratelli. Il cammino verso la Pasqua è pieno di luce e di gioia, anche se bisogna percorrere le strade del mondo, avvolto ancora di tenebre e di morte. La luce della Parola ci libera dalle tenebre del peccato e ci guida e ci conduce. Fidandoci e seguendo Cristo, Egli ci illuminerà! Per questo, nel mezzo del nostro cammino verso la Pasqua già possiamo intravederne la luce che fa gioire il cuore come l’aurora il giorno. Continuiamo ad avanzare tra le tenebre, ma ci sostiene e ci guida Gesù, luce che illumina e guarisce gli occhi del nostro cuore e rischiara i nostri volti. Siamo ciechi quando il nostro egoismo ci impedisce di aprire gli occhi sulle ferite e le piaghe dei fratelli, ‘visti’ come nemici, concorrenti, estranei. Andiamo a lavarci, perciò, nell’acqua dell’Inviato, facciamo tutto quello che Egli ci dice di fare, torniamo e testimoniamo nella verità: Ero cieco e, ora, che ho incontrato la Sorgente di ogni luce, ci vedo, ci vedo, ci vedo! Non è una semplice guarigione, ma una vera esperienza di fede nella conoscenza del Figlio dell’Uomo. Gesù vede la nostra cecità, si commuove, guarisce, dialoga, suscita la nostra risposta di fede: fa vedere la strada della vita, apre alla professione di fede (Vangelo). Noi vogliamo apparire, giudichiamo e scegliamo, tenendo conto delle apparenze, il Signore, invece, guarda il cuore; noi ci fermiamo alla superficie, Egli agisce nel più profondo di noi (prima Lettura). Cristo Gesù ti illumina e nello stesso tempo ti chiede di uscire e abbandonare il tuo mondo di ambiguità e di tenebre (seconda Lettura). Ero cieco! Costui mi ha visto, mi ha incontrato, mi ha guarito e salvato: Ora ci vedo! Questa è la mia verità, la mia piena testimonianza! Il cieco, ora, può vedere perché ha riconosciuto Gesù come il Figlio dell’Uomo. Al contrario i farisei, che tanto credono di sapere, chiusi nella loro ostinata cecità teologica, non sono disponibili ad essere guariti. Nella cecità fisica non c’è peccato, ma in quella ostinata del cuore e della mente c’è il peccato di orgoglio, di supponenza, di autosufficienza che impedisce ed ostacola di rivolgere il cuore e lo sguardo su/a Gesù, Luce del mondo! La Pasqua è ormai vicina! Affrettiamoci, dunque, nel nostro cammino quaresimale di purificazione, di rinnovamento, quali creature pasquali chiamate ad essere figli della luce liberi e felici.
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