2a Domenica di Pasqua, 27.04.2014
È Così inizia la Liturgia
di oggi: “Come bambini appena nati, bramate il puro latte
spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza” (1 Pt 2,2)
e così si conclude ogni Eucaristia: Andate in pace! “Cristo è la
nostra pace” (Ef 2,14): “Vi do la Mia pace, non ve la do come il
mondo la dà” (Gv 14,27). La Chiesa nasce dalla Pasqua del
Signore per annunciare la Sua Morte, proclamare la Sua Risurrezione
a tutti gli uomini, nell’attesa della Sua Venuta. Le due prime
Letture indicano i requisiti, le condizioni, le caratteristiche
e le qualità della vera Comunità del Risorto Signore: persevera
nell’ascolto, rimane fedele agli insegnamenti degli Apostoli, è
costante nella Preghiera, vive di Eucaristia e di Comunione, è segno
visibile (Sacramento) del Suo Mistero Pasquale. È nella Chiesa che
il Risorto continua ad operare: Egli dona il Suo Spirito, concede la
Remissione dei peccati, comunica la Sua pace, ci fa vivere della Sua
stessa vita e ci pone in comunione tra di noi, ci fa forti nella
speranza viva e accresce la nostra fede-adesione alla Sua Persona.
L’incontro con il Risorto è un dono, possiamo accoglierlo solo con
il cuore e la mente, liberi da condizioni e visioni umane e,
soprattutto, nella pienezza dello Spirito che Cristo riversa su di
noi. Perciò, porre condizioni e pretendere prove (toccare,
vedere, mettere) significa bloccare sul nascere l’efficacia
dell’incontro (Vangelo). La Comunità, nata dalla Pasqua, è
unita in Cristo, è costante nell’ascolto, nella preghiera, nella
condivisione dei propri beni a servizio dei bisognosi e, così, in
Cristo può vivere la vita di comunione e di servizio vicendevole (prima
Lettura). Scoprire e conoscere la propria identità di cristiani:
siamo stati rigenerati mediante la Sua Risurrezione e siamo chiamati
per una speranza viva ed una eredità che non si corrompe’ (seconda
Lettura). Cristo Risorto, vincitore sul peccato e sulla morte, è
il Soggetto e il Fondamento della nostra Speranza e della nostra
Vita di Fede. È Gesù Cristo, il Risorto, il cuore e centro della
nostra fede, della nostra speranza, della nostra salvezza. Vivere e
attualizzare la Pasqua del Signore vuol dire passare dalla paura
alla fiducia, dalla paralisi al rimettersi in corsa, dalla chiusura
allo spalancare tutte le porte alla speranza viva, dal dubbio atroce
alla fede – incontro – adesione a Chi ci ha redenti e salvati,
morendo e risorgendo per noi; è passare dalla inquietudine
straziante alla pace che ci è donata dalla Misericordia infinita di
Dio che dona gioia e libera dalla tristezza del nostro peccato!
Oggi, DOMENICA IN ALBIS! Il neo-battezzato deponeva la
veste bianca, ricevuta nella Veglia Pasquale, per riprendere
la vita quotidiana di annunciatori e testimoni del Risorto,
togliendo il lievito di malizia e di perversità, per ricominciare a
vivere la vita nuova in Cristo fatta di azzimi di sincerità e di
verità (1 Cor 5,6b-8). A questa Domenica, Papa Giovanni Paolo II ha
voluto aggiungere la ricchezza teologica della
‘DIVINA
MISERICORDIA’, cuore del Vangelo della pace e della
riconciliazione, di cui la Chiesa deve essere testimone fedele e
ministra amorevole e materna perché “gli uomini non possono
trovare la pace fino a quando non si rivolgono con fiducia alla Sua
misericordia”