21a Domenica Ordinaria, 24.08.2014

  • Voi chi dite che Io sia?
    La domanda secca di Gesù spinge i discepoli - e noi tutti - ad uscire allo scoperto e pronunciarci e dichiararci apertamente. Sulla risposta prima personale e, poi, comunitaria a questa domanda “chi è Gesù per me/per noi” si fonda il modo di intendere e professare la fede, la vita di comunità e il rapporto con il mondo. Gesù pone loro (ed a noi) questa domanda, perché esige una risposta di fede e perché vuole correggere la loro (e la nostra) prospettiva sulla Sua persona e sulle aspettative della Sua missione: Egli non è il Messia corrispondente alle nostre attese interessate e visioni miopi. Quell’Uomo che ha interrogato personalmente i discepoli è ‘il Cristo, il Figlio del Dio vivente’. Questa professione di fede sulla vera identità di Gesù e della Sua missione, come per Pietro, deve trasformarsi, per ciascuno di noi, in un incontro personale con Lui di fronte al quale non si può più rimanere indifferenti ed immobili. Bisogna scegliere e decidersi immediatamente! Il mandato della responsabilità (‘autorità’) conferito a Pietro e ai discepoli è un dono a servizio della comunità e per la crescita della fede, in vista del Regno. Scelti per servire! Non siamo padroni della Parola, né dello Spirito, né della Grazia e dei Doni del Padre! Solo servi e amministratori fedeli e responsabili di un dono a noi superiore che dobbiamo accogliere in umiltà ed offrirlo nella consapevolezza che i doni ci sono consegnati per ridonarli. Pietro, pietra fondamentale tra pietre vive indispensabili. Questa è la promessa: edificherò la mia Chiesa, comunione di fratelli, la famiglia dei figli di Dio che ha in Pietro (il Papa) il primo servitore della verità del Vangelo, dell’unità dei fratelli. L’immagine delle chiavi! Queste sono state consegnate a Pietro per spalancare i nostri cuori a Cristo, per uscire dai nostri egoismi ed interessi, per andare incontro a tutti, per uscire dal nostro recinto e dallo stesso ovile! Le fortunate novantanove pecore, insieme con Gesù, devono abbandonare la sicurezza e l’agiatezza dell’ovile per uscire a cercare quella che si è perduta e che noi abbiamo smarrito! Non riesco, in verità, a pensare che Gesù ci abbia ‘consegnato’ le chiavi per chiudere in faccia la nostra porta ad alcuno, per chiudere e spegnere l’ultimo palpito di speranza, per tentare di sbarrare la via ‘insondabile’ di Dio, Misericordia Infinita. Le chiavi della fede ci sono state date per aprire nuovi orizzonti e non per chiudere l’ultimo spiraglio di vita! La Sua Parola è La Chiave che apre tutte le porte chiuse e ci fa inoltrare, guidati dalla Sua luce, che illumina e non abbaglia, sostenuti dalla Sua forza efficace, che nessuna potenza infernale può distruggere, sulle ‘vie inaccessibili’ di Dio - senza il dono della Sua rivelazione - per farci conoscere ed amare ‘la profondità della ricchezza, della sapienza di Dio’, nei Suoi giudizi insondabili, senza la Sua grazia! Solo lo Spirito Santo, infatti, con la Sua luce di verità, attraverso l’ascolto attento e credente della Parola, può farci ‘riconoscere in Gesù di Nazareth il Figlio del Dio vivente’ e può renderci così ‘pietre vive per l’edificazione della Sua Chiesa’ (seconda Colletta).
    Hai costruito la Tua Chiesa, Signore, non sulla sabbia, ma sulla roccia della Tua Persona ed hai affidato e consegnato, alle mani di un pescatore, le chiavi del Regno; alle nostre fragili mani hai consegnato il Tuo Vangelo ed il ministero della Tua grazia. Fammi amare di più questa Tua Chiesa, della quale mi vuoi pietra viva, nella quale voglio sentirmi accolto, amato e salvato. Voglio un amore forte e fedele perché è per mezzo della Tua Chiesa che la Tua Parola mi giunge al cuore e lo apre alla Tua Grazia. Fammela sentire casa mia, fammi trovare la porta sempre aperta e, in Essa, fammi sentire sempre a casa mia.
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    ultimo aggiornamento: 21/08/2014 - 21:53