SS. Corpo e Sangue di Cristo, 22.06.2014
Colui che mangia me, vivrà per me

Celebriamo, oggi, come in ogni Eucaristia quotidiana, la permanente e amorosa Presenza del Signore Risorto, vincitore della morte e del peccato, nel segno del Pane spezzato e del Vino versato, Sacramento del Suo Corpo donato e del Suo Sangue sparso per noi. Il massimo dei Doni di Dio, Padre all’Umanità, perché possa partecipare alla Sua stessa Vita nella comunione con il Figlio Risorto, Pane del cielo e fior di frumento che nutre, trasforma e assimila a Se. Siamo chiamati, perciò, a partecipare alla vita stessa di Dio. Come il bambino si forma e cresce perché nel grembo di sua madre si nutre di lei, così è per chi mangia il Suo Corpo e beve il Suo Sangue. In natura, il corpo di un essere vivente si nutre e assimila ciò che mangia e beve, nel Mistero eucaristico è Chi riceviamo e beviamo ad assimilarci, a nutrirci e a dissetarci. In una parola, il Signore che riceviamo e mangiamo ci trasforma nella Sua persona: ci cristifica per grazia e puro amore! Papa Francesco nell’ Omelia del Corpus Domini (19 giugno 2014): "Alcuni si nutrono con il denaro, altri con il successo e la vanità, altri con il potere e l'orgoglio. Ma il cibo che ci nutre veramente e che ci sazia è soltanto quello che ci dà il Signore!" NOI DI COSA STIAMO NUTRENDOCI? Di illusioni o di verità, di cibi inquinati e scaduti o del Vero Cibo e della Vera Bevanda, Dono supremo di Dio nel deserto della nostra vita e della nostra storia? Abbiamo dimenticato anche noi il Vero Cibo, come gli Israeliti nel deserto, e mormoriamo, ci lamentiamo e imprechiamo contro Dio che ci ha tanto amato da donarci il Corpo e Sangue del Figlio Suo?

Chi mangia il Pane, che è il Corpo di Cristo, e chi beve il Suo Sangue,
viene assimilato e trasformato in Cristo

Almeno la Domenica, sappiamo riunirci da fratelli veri e sinceri alla stessa Mensa, guardarci negli occhi e riappacificarci per poter spezzare insieme il Pane della Parola, mangiare il Suo Corpo e bere insieme all’unico Calice della Salvezza? Come possiamo dirci cristiani, se ci siamo divisi e continuiamo a lottarci, addirittura, in nome di Cristo? Come possiamo continuare a celebrare il Mistero di Comunione se siamo ancora dominati e lacerati da antiche discordie e attuali pregiudizi? La Domenica è davvero per noi, che ci diciamo cristiani, il Primo Giorno della settimana da vivere in/per/con Cristo nel dono della nostra vita per il bene e la salvezza dei fratelli? Cerchiamo il Vero Cibo che è quello di compiere la Volontà di Dio su di noi? Cerchiamo il vero cibo che dura in eterno, la Carità, o ci affanniamo per cose che non ci saziano e che finiranno? Nel servizio, che siamo chiamati a svolgere nella Comunità, siamo alla ricerca di noi stessi e ci lasciamo sedurre dall’avere, dal piacere, dall’apparire? Alla stessa Mensa, nello stesso Giorno per condividere lo stesso Pane ci si siede da amici e da riconciliati. Chi vuole fare comunione, deve unirsi a tutto il Corpo di Cristo, come la farina di un solo chicco non sarà mai pane, se non si lascerà impastare e unire alla farina di tanti altri chicchi. Quando c’è amore e comunione, a tavola, il pane diventa ‘più buono’, la minestra più saporita, l’atmosfera più gioiosa e la festa completa!

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