25a Domenica Ordinaria, 21.09.2014

  • Sei tu invidioso perché io sono buono?
    Dio cerca, a tutte le ore della giornata e a tutte l’età, ‘collaboratori’ e li chiama e li manda a lavorare nella Sua vigna (Regno). Egli, però, sfugge ai nostri meschini calcoli umani ed agisce secondo la Sua giustizia e la Sua misericordia: le Sue vie ed i Suoi pensieri continuano a sovrastare i nostri, quanto il cielo sovrasta la terra! Nella Sua vigna c’è lavoro per tutti! Egli, Padrone di casa e Signore della vigna, è Padre di tutti, ama tutti e tutti vuole valorizzare e rendere utili impegnandoli nel Suo campo. Il Padrone di casa ‘esce’, ogni giorno ed in ogni momento, a ricercare lavoratori e collaboratori per la Sua vigna, perché questa prosperi sempre più e porti frutti più buoni ed abbondanti, ma, soprattutto, va a cercare e a chiamare tutti quelli che non hanno il lavoro e hanno perso, perciò, anche la dignità, affinché non stiano, nell’umiliazione e frustrazione, ad ‘oziare’ tutto il giorno, perché nessuno ancora li ha cercati e chiamati! Il Signore della vigna, non solo, vuole donarci nuove possibilità di lavorare e collaborare con Lui, ma vuole anche liberarci dal vizio dei vizi, l’ozio, che ci abbruttisce, togliendoci la dignità e la libertà. Dio non vuole che i Suoi figli stiano oziosi, dunque, senza libertà e dignità, tutta la vita! Il Signore della vigna, poi, a fine giornata ci sconvolgerà con la Sua giustizia e la Sua generosità, con i Suoi insegnamenti che ribaltano e correggono le nostre logiche e sovvertono la nostra mentalità, facendoci scoprire la nostra meschineria, fatta di invidie e gelosie, mali che hanno origine dal nostro inguaribile egoismo. Nel retto rapporto con Lui, non valgono i criteri della giustizia retributiva e distributiva, i calcoli ed i computi meticolosi dei propri meriti, le rivendicazioni salariali, circa le ore e le prestazioni! Conta solo la logica del Suo amore gratuito e della Sua bontà senza misura! “Così, gli ultimi saranno i primi e i primi, ultimi!” È la sentenza di Gesù per i farisei di allora e di ogni tempo, che si credono sempre e in tutto “i primi” e accampano continuamente meriti presso Dio, a svantaggio degli altri, considerati tutti pubblicani e peccatori in confronto a loro! Noi, i primi ad avere l’onore incomparabile di essere stati chiamati nella Sua vigna e che dimentichiamo che siamo stati chiamati per primi solo per divenire ultimi per servire! Invece, Noi osiamo presentare a Dio il cartellino timbrato dalla prima ora e la nostra fattura, contro il fratello che è stato assunto dalla penultima ora, mormorando e imprecando contro di Lui, che consideriamo ingiusto per la Sua bontà infinita verso tutti! L’occhio “invidioso”, cattivo, intorbidito dal rancore astioso, non può se non vedere male e cattiveria ovunque, anche perché specchio del proprio intimo e della propria sporcizia e del bisogno di liberarsene, buttandola, magari, in faccia agli altri (meccanismo di difesa)! L’occhio puro e limpido, invece, vede tutto pulito e limpido attorno a sé! Così i pensieri di Dio sovrastano i pensieri degli uomini. Così i Suoi giudizi ed i Suoi progetti, che annunciano il ribaltamento dei nostri, non possono coincidere con i nostri che sono poveri e meschini perché egoistici (prima Lettura e Vangelo). I nostri pensieri, perciò, si devono conformare ai Suoi e non viceversa (Salmo), come quelli di Paolo che rivelano come tutta la sua vita è Cristo, che lo ha conquistato e che ora vive in lui! Perciò, Egli, con ardita commozione, arriva ad affermare: ‘per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno’ (seconda Lettura). Dio, il Padrone della casa e Signore della vigna, esce a cercare, a tutte le ore della giornata e dell’esistenza umana, tutti coloro che, accogliendo il Suo invito, vanno a lavorare la Sua vigna. Esce a cercare e a chiamare continuamente, perché non gli bastano i primi e non vuole che gli ultimi ne restano per sempre esclusi. Ama, tutti, questo Signore della vigna, e a tutti offre un posto di lavoro, un posto nel suo cuore e un posto nella Sua casa, la possibilità di riscattarsi e realizzarsi. I lavoratori della prima ora, perciò, devono solo ringraziare Dio e devono continuare a perseverare nella fedeltà e gratitudine perenne per il dono immeritato e per l’onore di lavorare per Lui, senza pretese personali ed invidie astiose nei riguardi degli ultimi arrivati e senza acredine per quelli che, ancora sono oziosi, magari uscendo per andare a cercarli e ad invitarli, e facendo sapere che la vigna ha bisogno di loro e che c’è tanto da lavorare anche per loro! Dobbiamo rallegrarci sempre, provare gioia sincera e ringraziare perché Dio è buono anche con gli ultimi! Certo che un Dio che agisce così scandalizza, perché la Sua giustizia non è secondo le tabelle sindacali ed i criteri commerciali e di retribuzione, ma segue la logica dell’Agape che sconvolge quella merceologica, fino ad affermare che un bicchiere d’acqua, dato per amore, dona vita eterna (Mt 10,42)! L’Agape è compimento della Sua giustizia.
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    ultimo aggiornamento: 18/09/2014 - 18:33