Esaltazione della Croce, 14.09.2014

  • Chiunque crede in lui ha la vita eterna
    Contempliamo e celebriamo il Mistero della Croce, della Sua Morte e della Sua Risurrezione. Così si compie la profezia-promessa: ‘Tutti volgeranno lo sguardo su Colui che hanno trafitto’! Morte, Risurrezione e Vita: Chi crede in Lui non morirà in eterno. Guardare ed adorare la Croce come segno inequivocabile dell’amore di Dio che ci ha voluto salvare sacrificando il Figlio, l’Amato per salvarci dai morsi ‘brucianti’ del peccato e della morte. La Croce piantata sul monte Calvario, si eleva al Cielo, unendoci nel sacrificio di Colui che dona la vita qui in terra, per farci ‘rinascere dall’alto’. È la Sua Croce che deve orientare le nostre scelte, il nostro vivere in conformità al Suo stile ed agire morale. Il segno della Croce, perciò, è professione di fede, affermazione dell’amore di Dio per il mondo, è consegna della propria esistenza a questo amore, come risposta filiale e fedele. Nel deserto si doveva guardare il segno del/nel serpente per essere guariti dai morsi velenosi e mortali. Non era, però, il serpente che guariva e assicurava la vita, ma Colui che, in quel segno elevato, manifestava, ancora, la Sua misericordia e la Sua fedeltà per il Suo popolo, ribelle e mormorante. Sulla croce è il Crocifisso che rivolge a noi il Suo sguardo d’amore per attirare il nostro e ad aprirlo agli orizzonti della salvezza. ‘Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a Me’ (Gv 12, 32). ‘Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto’ (Gv 19,37), si rivolgeranno a Colui che ‘si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori’ e che ‘è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità’ e, perciò, tutti noi ‘per le Sue piaghe noi siamo stati guariti’ (Is 53,3-5, Quarto Carme del Servo sofferente e 1Pt 2,24). Il Mistero della Croce: ‘Nell’albero della Croce, Dio ha stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte, di là risorgesse la vita e chi dall’albero traeva vittoria, dall’albero venisse sconfitto” (Prefazio proprio). La via della Croce non è un optional per i credenti, è una necessità teologica (cfr Gv 3,14), rientra nel mistero del piano salvifico di Dio dall’abbassamento all’innalzamento, dalla morte alla gloria della vita eterna. La Croce non ammette spettatori, gente che sta a ‘guardare’ come va a finire la vicenda, ma esige ‘cirenei’ pronti e liberi che si carichino la Croce sulle spalle e con Gesù salgono vi salgano sopra e con Lui intraprendono la ‘via’ della morte-per-la-vita! La Croce, segno sacramentale della salvezza universale ed annuncio di speranza per il mondo degli uomini: ‘Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna!’ E non lo ha mandato ‘per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui’ (Gv 15-17). La Croce è l’unica Via, meglio, l’unica ‘Scala’ verso il ‘cielo’, verso la glorificazione e la vita eterna: ma, bisogna percorrerla tutta e salirla fino in fondo! Non basta piantare croci ovunque, non basta nemmeno guardare la Croce e commuoversi, bisogna crederla e abbracciarla ogni giorno. La Croce disturba! Non per niente la si vuole rimuovere dai luoghi pubblici! Il suo richiamo ad amare, senza condizioni e fino a dare se stessi, è inquietante e contesta apertamente il tanto egoismo e il tanto male che c’è dentro di noi e attorno a noi! Ma solo dal Figlio unigenito, innalzato sulla croce, scaturisce la salvezza del mondo: Egli compie il piano salvifico e rivela l’infinito amore del Padre per il mondo, per noi (v 4), ci ha donato il Figlio Suo Unigenito perché quelli che credono in Lui, abbiano la vita eterna per mezzo di Lui. Giovanni, infatti, non dice di ‘guardare’ l’Innalzato (come per il serpente), ma di “credere” in Lui per avere la vita eterna (v 15).
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    ultimo aggiornamento: 11/09/2014 - 19:03