33a Domenica Ordinaria, 17 Novembre 2013
Nella conclusione dell'Anno della Fede PROFESSIAMO
"E di nuovo verrà, nella Gloria, per giudicare i vivi e i morti,
e il Suo Regno non avrà fine"

Quando Cominceranno Ad Accadere Queste Cose,
Alzatevi E Levate Il Capo, Perché La Vostra Liberazione È Vicina
(21,28).

Nella penultima Domenica dell’Anno Liturgico, la Parola ci concentra sulle Realtà ultime. La Venuta del Signore, per chi vive con giustizia e rettitudine, non può generare terrore, paura, vergogna, incertezza, ma, solo gioia grande, fiducia completa, affidamento incondizionato, gratitudine immensa e amore riconoscente per Chi viene a compiere definitivamente il Progetto della salvezza. A coloro che si vantano e si gloriano per lo splendore ‘materiale’ del tempio, ornato solo di “belle pietre e doni votivi”, Gesù annuncia la sua distruzione insieme a quella di tutta la città, preannunciando eventi terribili e catastrofici che segneranno la fine “di un mondo”, ma, non “la fine del mondo” e promette che non abbandonerà coloro che credono e si fidano di Lui (Vangelo). Il Giudizio non va vissuto come ricatto, minaccia, pericolo imminente, ma, quale esortazione, invito, stimolo, chiamata a prendere la vita sul serio per essere sempre pronti e preparati ad accogliere il “Giorno del Signore”, giorno di giudizio ‘tremendo’ per gli empi, ma, colmo di gioia e di gloria per i giusti e i ‘timorati’ di Dio (prima Lettura). L’attesa del Signore però, non ci dispensa dall’assunzione delle nostre responsabilità di fedeltà nel nostro impegno di lavoro, di giustizia per tutti, di amore verso tutti. La regola di Paolo, “chi non lavora, neppure mangi”, è affermazione drastica nei confronti dei tanti sfaccendati oziosi, indaffarati tutto il giorno in attività vane e disordinate, occupati solo a girare a vuoto e a dare fastidio a chi è intento a lavorare davvero, ma, risuona anche come esortazione paterna, “esortandoli nel Signore”, e come suggerimento di un efficace rimedio da accogliere e da applicare: “guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità”. La Parola vuole liberarci dalla tentazione e dal pericolo di vivere la nostra esistenza in modo parassitario! Il Salmo invita i veri credenti a non aver paura e a non provare angoscia per la venuta del Signore perché per loro sarà la festa che tanto hanno atteso, il giorno in cui finalmente sarà ristabilita la giustizia del Signore.

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