31a Domenica Ordinaria, 3 Novenbre 2013
Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a
casa tua!
Chi può entrare nel Regno?
Entra
nel Regno Chi, come
Zaccheo, nonostante il suo passato, si lascia
‘toccare’ dalla Parola di Gesù e si converte a Colui, che muove
sempre il primo passo per venirci incontro, auto-invitandosi nella
nostra vita (casa) per un solo fine: offrirci la Sua salvezza.
Per questo la Parola di questa Domenica ci propone questo itinerario
di ascolto e di fede:
-
l’autore del Libro della Sapienza,
vuole convincere i credenti Ebrei che si lasciavano contaminare e
confondere dai Greci di Alessandria, che rappresentavano Dio
come un Creatore severo ed esigente, a scoprire e ad aderire alla
vera immagine di Dio che è “il Signore, amante della vita”,
che “ama tutte le cose che esistono… che è indulgente con
tutte le cose, perché sono sue” (prima Lettura).
-
Con il Salmo responsoriale che
canta questa infinita bontà di Dio, “Misericordioso e pietoso,
lento all’ira e grande nell’amore”, noi ringraziamo Dio per la
tanta tenerezza e per l’infinita pazienza verso di noi.
-
Ai cristiani di Tessalonica, che rischiano di
lasciarsi fuorviare dalle voci circolanti in comunità circa l’imminente
ritorno del Signore, Paolo chiede di vivere questo tempo dell’attesa
come grazia divina per lasciare che Cristo “porti a compimento
ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede” (seconda
Lettura).
-
Nella persona di Zaccheo,
Gesù vuole incontrare ciascuno di noi per rivelarci
tutta la potenza della misericordia del Padre e per provocare in
noi, con amore e libertà quel cambiamento offerto al capo dei
pubblicani: “Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”
(Vangelo).
In sintesi
La Storia della Salvezza è
operata dalla Sapienza di Dio, con il Suo amore e la Sua
misericordia (prima Lettura). Noi riconosciamo la
bontà di Dio, che sostiene e soccorre l’uomo (Salmo
responsoriale). È
il Cristo che realizzerà la promessa di unire
tra loro tutti gli uomini, ma, nel tempo stabilito dal Padre (seconda
Lettura).
Zaccheo, il capo dei pubblicani di
Gerico, perché vuole cambiare vita, sta cercando di vedere ad
ogni costo quel Gesù, che in realtà lo sta cercando per primo
e che dopo averlo ‘guardato’, come Lui soltanto sa fare,
sorprendentemente, si auto-invita a casa sua, perché vuole entrare
nel suo cuore e donargli salvezza (Vangelo). L’onnipotenza di
Dio è proprio nel voler scegliere la compassione, nel dare la
possibilità alla Sue creature di ravvedersi e pentirsi. Egli è
l’Amante della vita, ama (agapào lo stesso di 1 Gv 3,7) tutte
le Sue creature e quando sono morte a causa del peccato, vuole
donare loro una nuova vita. Il Creatore di vita, non può godere
della malvagità del malvagio, ma che si converta dalla sua
malvagità. Convertitevi dalla vostra condotta malvagia e perversa:
perché volete perire? (cfr Ez 33,10-11). L’amore vero concede sempre
la possibilità di pentirsi! È offerta concreta al pentimento e alla
conversione; non ‘chiude gli occhi’ sul male, ma nello stesso tempo
‘non spezza la canna incrinata’, ‘non spegne lo stoppino dalla
fiamma smorta’ (Is 42,3). Il vero amore non acceca e non rende
sordi, non fulmina, ma è come il contadino che sa attendere e che sa
anche ‘permettere’ che grano e zizzania crescano insieme, fino alla
separazione definitiva. L’amore non può abbandonare! Ammonisce,
richiama, corregge, aspetta il pentimento e il ritorno! Per l’amore
vero, non è mai troppo tardi! Sempre apre alla possibilità del
pentimento, della conversione, del ritorno. L’amore ricorda,
ammonisce e corregge a poco a poco l’errore fino a liberarsi da ogni
malizia e ‘credere al Signore’ (Sap 12,2).