1 e 2 Novembre 2013

Celebriamo la Santità di Dio e la Sua gloria nei Suoi Santi e nei nostri Cari Viventi presso di Lui.
Riscopriamo e ravviviamo il nostro impegno a rispondere ogni giorno alla nostra vocazione alla santità di vita davanti a Dio e al mondo. Beati sono coloro che ascoltano la Parola, la meditano, la credono e la mettono in pratica. Gioiamo e rallegriamoci per la sorte beata della moltitudine immensa dei nostri fratelli salvati che già vedono e contemplano Dio come Egli è, nella speranza che anche noi lo vedremo così come Egli è. Rallegriamoci ed esultiamo! Siamo noi i chiamati a far parte della ‘moltitudine immensa’ che canta gloria e lode all’Agnello che ci ha redenti, lavando le nostre vesti con il Suo sangue (prima Lettura); noi siamo i “figli di Dio”, destinatari del Suo amore, chiamati a vivere, da figli, la figliolanza divina che il Figlio ci ha acquistato (seconda Lettura); noi la folla ai piedi di Gesù sulla montagna ad accogliere la Magna Charta della nostra vocazione alla santità e alla vera beatitudine (Vangelo). Il cammino della santità è fedeltà nelle piccole cose, è a portata di tutti, non è impossibile anche se arduo: Lasciamoci ri-plasmare dalla Parola e assimilare al Signore, l’Agnello che con il Suo sangue ci lava e purifica le nostre macchie e sporcizie spirituali!
La vera Santità è dono dello Spirito che infonde saggezza alle menti e bontà ai cuori che si sanno aprire con fiducia e disponibilità e vi rispondono con audacia e fedeltà. La santità, dunque, non è opera nostra e nostra conquista, ma è dono di Dio che trae dall’argilla, che si lascia plasmare, un vaso di Sua elezione se siamo disponibili al Suo progetto e se lasciamo a Dio di farci Santi così come siamo: deboli, fragili, peccatori, imperfetti e limitati. La ‘Chiesa’ non ha bisogno di elevare agli onori dell’altare, di fare Santi per accrescere il suo potere e la sua influenza, ma di essere veramente più santa e immacolata al cospetto di Dio e davanti al mondo! Deve diventare, in una parola, Gesù Cristo povero, umile, mite, misericordioso, perseguitato, pacificatore, giusto, puro e santo! Allora, “Si Iste Et Ille, Cur Non Ego?” Lasciamoci provocare e stimolare dalla domanda che Agostino si pone nelle Confessioni e disponiamoci, con perseverante fedeltà, a rispondervi e a percorrere la strada della fede e della santità nella fiducia e nella speranza!

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Se Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra Fede (1 Cor. 15,14)S1102A
La Chiesa, oggi, celebra con fede il Mistero Pasquale, nella certezza che quanti sono diventati, con il Battesimo, membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con Lui alla vita senza fine. (Cfr Rito delle Esequie, 1). I nostri Fratelli e le nostre Sorelle sono tutti Viventi presso Dio, che vuole che nessuno, di quanti sono stati affidati al Figlio, vada perduto (Gv 6, 39). Celebriamo, allora, in novità di vita e di fede, la Festa dei Santi e dei Viventi presso Dio, con lo sguardo fisso là dov’è la vera vita, a contemplare l’immensa moltitudine dei salvati che lodano Dio e l’Agnello. Annunziamo la morte del Signore, Proclamiamo la Sua Risurrezione, Attendiamo
la Sua venuta. Oggi, perciò, è giorno della vita, non giorno del lutto, della tristezza, della nostalgia amara, della disperazione e della paura angosciosa! È il giorno per ravvivare la speranza, professare la fede in Cristo morto e risorto, che ha vinto il peccato e la morte per ridonarci la grazia e la vita. È Giorno di gratitudine a Dio per averceli dati e per averli, ora, voluti e accolti nel Suo amore! Andando al Camposanto, in questi giorni e durante l’anno, a ‘visitare i nostri cari’, preghiamo con le parole di S. Agostino nella ‘consegna’ di mamma Monica nelle mani del Padre: “Signore non ti chiedo perché me la hai tolta ma ti ringrazio per avermela data”. La morte, dunque, è compimento di un’attesa e realizzazione di un vivo desiderio, a lungo sospirato: abitare ed essere presso il Signore: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore” (Sal 26, 4).
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2 Novembre 2013, (Fai clic qui per il messaggio integrale)

Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti,
Credo la Comunione dei Santi e la Risurrezione della carne

L’Eucaristia, Celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo, ci pone in comunione con tutti i Fratelli che ci hanno preceduto nel segno della Fede e dormono il sonno della pace, nell’attesa della Risurrezione

Celebriamo insieme l'Eucarestia, Pasqua del Signore,
per Annunciare la Sua Morte, Proclamare la Sua Risurrezione, nell'Attesa della Sua Venuta alle ore 08.30 e 17.00 in Parrocchia e alle ore 10.00, nella Cappella del nostro Camposanto, nella certezza che
SIA CHE VIVIAMO, SIA CHE MORIAMO, SIAMO DEL SIGNORE (Rm 14, 7)